Solamente trent’anni dopo la nascita di internet, l’uomo ha capito che la rete era necessaria e quindi l’informazione non doveva essere a pagamento. Fino ad allora per informarsi e conoscere attraverso internet, bisognava pagare la connessione, insomma la conoscenza aveva un prezzo. Connettersi dal telefono personale o da casa significava sborsare delle somme di denaro alle aziende di telecomunicazioni; solo una bassa percentuale di utenti usufruiva di accessi gratuiti forniti in alcuni punti delle grandi città.
Dal telefono personale si poteva accedere ad internet pagando, come se ci fosse un biglietto di accesso. Il ticket virtuale consentiva di usufruire del servizio fino ad un totale di dati scaricabili, questo perché ogni pagina web aveva un suo peso in bit, per cui più si navigava più si consumano bit.
Un popolo che conosce è un popolo che cresce e vive più a lungo, essendo internet il mezzo a cui tutti gli umani si affidano principalmente per conoscere qualcosa, era normale arrivare alla nascita di una rete globale di accesso gratuito ad internet.
L’ accesso gratuito a internet in tutto il mondo
E così nacque la rete del popolo umano: una rete accessibile ovunque nel pianeta terra che offriva contenuti gratuiti. Il principio su cui si basava la rete era questo: un uomo non può dire di essere stato tale senza aver conosciuto la sua storia, le sue scoperte, le basi della sua esistenza, ma anche come fare per vivere meglio o come comportarsi in situazioni gravi.
Tutto ciò non poteva essere conosciuto solo da chi poteva permetterselo, la conoscenza doveva essere gratuita e quindi per conoscere non bisognava pagare.
La rete utilizzava come logo il simbolo di una “SIM”, in realtà non era necessario possederla per connettersi, bastava cliccare sul programma installato ormai di base su tutti i dispositivi.
Nacque il principio del saper rispondere alle domande fondamentali sull’uomo:
“Qualsiasi uomo che abbia vissuto sulla terra, come rappresentante del genere umano terrestre, se un giorno fosse interrogato da altri esseri diversi da lui, avrebbe dovuto conoscere le risposte alle domande fondamentali”.
Quali contenuti facevano parte della “rete necessaria”?
I siti con le notizie del giorno, i contenuti culturali di ogni genere, i siti dedicati alla salute dell’uomo e quelli che fornivano indicazioni su come comportarsi in situazioni di pericolo e di primo soccorso. Tutti questi erano inseriti nella lista delle risorse indispensabili per l’uomo.
Come funzionava la rete?
La rete non esisteva fisicamente ma sfruttava le reti già esistenti che erano obbligate (da leggi comunitarie) a consentirne il libero accesso. Come già detto, era possibile accedere a internet da qualunque luogo sulla terra, qualora un posto non fosse raggiunto da nessuna rete, il servizio attivava un accesso satellitare gratuito.
Ogni nazione aveva la sua lista di risorse necessarie disponibili senza pagare un centesimo, la lista doveva essere composta da contenuti quali:
- 1 sito di informazione per ogni diverso schieramento politico presente nel paese.
- Almeno 5 siti che riguardavano la salute, il soccorso e risorse culturali in genere.
La percentuale di “rete necessaria” rispetto alla totalità di internet era del 30%, ciò significava che solo 3 risorse su 10 caricate in rete era veramente utili all’esistenza dell’uomo; questo dato raggiunse un valore crescente negli anni fino all’ 80% di oggi grazie anche alla fine dei siti web considerati “irrilevanti”.
Come è normale dalle nostre parti, in un pianeta storicamente pieno di contraddizioni, non tutte le nazioni seguirono queste norme al 100% confermando l’enorme potere che ormai avevano assunto i colossi di telecomunicazioni. Si diceva che “ogni telefono possedeva un uomo” e non il contrario.
In questi casi si è giunto spesso ad un compromesso per cui l’accesso ad internet veniva offerto gratuitamente solamente per:
- Navigazione su siti dedicati a corsi di formazione.
- Durante gli spot pubblicitari il traffico non veniva considerato.
- Mappe stradali.
In questi paesi l’accesso ad alcuni siti poteva essere in versione “gratuita” oppure alcune parti di informazione venivano visualizzate e le restanti parti erano bloccate perché per accedervi bisognava pagare la connessione.
Coloro che, non potendosi pagare la connessione ad internet guardavano solo gli spot pubblicitari, che ormai non venivano calcolati nel traffico dati, crearono delle vere e proprie comunità di commento della pubblicità.
Guardare uno spot pubblicitario non può essere calcolato nei dati utilizzati durante la connessione.[/caption]
“Bc” è la comunità di coloro che commentano gli spot pubblicitari.
Il gruppo di continuità internet
Il processo che ha portato alla diffusione gratuita della conoscenza tramite internet è stato molto lento. Spesso nei nostri articoli ci siamo chiesti come sia stato possibile, per la storia dell’uomo, immaginare futuri tecnologicamente avanzati nei film e poi ritrovarsi vent’anni dopo il 2000 in un futuro non poi così avanzato.
Basti pensare che a lungo per navigare sulla rete l’uomo pagava una tariffa settimanale che gli assicurava un totale di bit e doveva fare un rifornimento a pagamento del suo serbatoio di bit. Man mano che navigava e consumava chilometri di bit, il serbatoio si svuotava fin quando non gli era più possibile accedere se non fino al prossimo rifornimento.
Nei primi anni del 2000 molte compagnie telefoniche offrivano, dietro il pagamento di un canone mensile, l’accesso ad internet 24 ore al giorno da casa. Ovviamente non si stava collegati tutto quel tempo e spesso si pagavano importanti canoni annuali per poi sfruttare il servizio per poche ore al giorno.
Così molti utenti si organizzarono per condividere la rete, allora fu celebre la trovata di “internetfreewifi.com” un servizio di condivisione internet tra vicini di casa.
Un dispositivo che vale la pena citare fu il “carica internet”, definito come “gruppo continuità internet”.
Il sistema si collegava alla rete di casa, nel momento in cui nessun dispositivo utilizzava internet questo contava il tempo in cui non si usufruiva del servizio, che era comunque pagato dall’utente attraverso il canone mensile. Il dispositivo si poteva quindi portare fuori casa per sfruttare l’internet accumulato (e non usufruito) altrove.
In definitiva, di anni ne sono passati prima che l’uomo capisse quanto internet fosse una rete necessaria per la sua sopravvivenza, nei paesi più avanzati fu gratuito a tutti e questo fu un parametro per valutare il livello di sviluppo di una nazione.